Critica

In onore di Picasso. Juan D'Elia

L'universo pittorico

Prof. Claudio Strinati

Il volto umano che nel primo periodo era posto in maniera classica al centro della tela viene ora frantumato e moltiplicato in una nuova forma architettonica. 

Tutte le tradizioni estetiche sono pertanto superate, tutti i concetti di bellezza sono accantonati: il risultato è senz’altro originale ma non alieno da una cultura classica e moderna. Tutti i quadri sono ad olio su tela; le dimensioni vengono indicate singolarmente. 

La pittura di D’Elia sollecita, in primo luogo, una riflessione sui concetti di antico e moderno applicati all’arte. Per tutto il nostro secolo, infatti, e ancora oggi, siamo abituati a pensare alle cose dell’arte nei termini dell’avanguardia e della conservazione, siamo convinti che un’opera d’arte del Novecento debba quasi per forza ” prendere una posizione ” essere cioè considerata espressione di una corrente culturale favorevole o contraria all’idea della modernità. Tuttavia le cose non stanno in termini così semplici; esistono esperienze che non è possibile etichettare in un solo modo e considerarle poi quali espressioni della contemporaneità contrapposta ad un passato che per principio si ritiene superato 

Questo, appunto, è l’insegnamento che si può recuperare da un esame sereno della pittura di questo Maestro che, attraverso un lungo processo di decantazione svoltosi in un sempre più approfondito colloquio con se stesso e con la gioia del lavoro, è arrivato a concepire un universo pittorico ben a conoscenza delle più grandi e stabili acquisizioni della cultura figurativa del nostro secolo (dal futurismo al cubismo) ma che non si pone programmaticamente quale volontà avanguardistica a tutti i costi ma, al contrario, intende ribadire un principio: la fedeltà alla pittura, all’arte che travalica i tempi e che permette di vedere uniti e vicini l’artista di oggi, attivo e sempre in continuo sviluppo, con artisti antichi, altrettanto dediti alla ricerca e allo studio continuo. 

Con questo non si vuole certo affermare che il Maestro di cui oggi ci occupiamo sia un passatista, tutt’altro; egli ha anzi scoperto, se così si può dire, una nuova e singolarissima forma espressiva, quella di una pittura basata sulla iterazione di un modulo romboidale che scompone e ricompone in sempre nuove sintesi e tagli visivi, la totalità dello spazio, in un’ottica che unifica in sé remote tradizioni forse anche provenienti dal mondo magico e fantastico dell’America meridionale (dove il Pittore è vissuto, assimilandone forme e modi artistici) con suggestioni, come si è osservato, delle più rivoluzionarie avanguardie artistiche del Novecento, rivissute però in uno…

È un mondo misterioso e chiarissimo, nel contempo, che rifugge dalla incomprensibile complicazione di cui molte avanguardie sono state protagoniste anche in anni recenti e che invece stimola il pensiero verso complesse avventure, inoltrandosi in un mondo polimorfo misto di primordialità e raffinata cultura, espresso con una tecnica sottile, amorosamente realizzata in lunghi anni di studio e di indagine. Un’arte che ambisce a formulare un messaggio di universale validità e interesse teso a recuperare un antico principio, quello di parlare se non a tutti, almeno a tutti quelli che hanno un genuino interesse per il mondo estetico ed attendono di trovare nel prodotto artistico il soddisfacimento di esigenze culturali primarie.